"salve del ciel Regina,
sul capo una corona,
Monasterace Marina,
fidente in te ti dona
Mentre a te sale un palpito
di mille e mille cuori
O Madre di Portosalvo
prega per noi Gesù.
Speranza tu dei miseri
rifugio ai peccatori
a te sono rivolti i gemiti
di tutti i nostri cuori
Sempre a te sale il cantico
dei monasteracesi in coro
O madre di Portosalvo
prege per noi Gesù."
sul capo una corona,
Monasterace Marina,
fidente in te ti dona
Mentre a te sale un palpito
di mille e mille cuori
O Madre di Portosalvo
prega per noi Gesù.
Speranza tu dei miseri
rifugio ai peccatori
a te sono rivolti i gemiti
di tutti i nostri cuori
Sempre a te sale il cantico
dei monasteracesi in coro
O madre di Portosalvo
prege per noi Gesù."
venerdì 20 luglio 2007
breve storia sul culto della Vergine di portosalvo nel sud italia(I parte)
La calabria, come tutto il resto del sud italia in generale, vanta numerose tradizioni, legate al culto dei santi, tradizioni che da un lato si legano a usanze della vecchia civiltà pagana che vide questa terra culla della sua crescita in occidente, dall'altro si legano a leggende popolari che si perdono nel tempo in cui il TEOCENTRISMO,dominava l'intera esistenza umana.La pastorizia, la caccia, la pesca, erano le principali attività che la gente svolgeva"i campi verdissimi e fertili della calabria e del sud offrivano ogni bene alla vita della singola persona" non a caso il nome CALABRIA etimologicamente significa "TERRA DI OGNI BENE" (aggettivo attribuito dai bizantini), le acque limpidissime e pure del suo mare davano (e danno) ogni sorta di pesce tanto da sfamare l'intera comunità. Sin dal periodo magnogreco, si usava affidare agli dei la propria protezione, e la prosperità dell'attività che si svolgeva.Pausania(storico e cronista greco dell'epoca) ricorda il culto di APOLLO a crotone e sibari le quali propiziavano i raccolti portando il simulacro della divinità sui campi.Sempre Pausania ci dice che un certo " abitante di lokroy epizhefyryoii, barattava 20pezzi di puro sandalo, per portare sulle fresschissime acque ioniche l'effige di PERSHEPHONE E DEI DIOSCURI per benedire [con il consiglio di tutti gli dei] la pesca che bene procurava alla sua famiglia".Da qui comincia la grande tradizione del culto divino, legato al mare e alla pesca, numerosi episodi ci narra Pausania di processioni e riti che si svolgevano nella"MHEGA HELLAS" per propiziare le attività agricole e peschereccie.Andando più avanti col tempo, dopo la disfatta dell'impero romano che nel periodo del suo massimo potere, aveva assoggettato i popoli ellenici alle loro usanze e culti rendendo delle semplici provincie, le città che "fiorenti, si erano distinte per cultura, arte e politica",si arriva al periodo bizantino ossia quando monaci e persone provenienti dall'oriente, trovarono la regione come un luogo MISTICO "dove lo spirito ascendeva a DIO" e dove "l'inverno era solo di passaggio", "lasciando posto alla luce divinala quale irradiava e inverdiva i campi, nutrendo tutte le creature su di essi viventi"(da uno scritto di San Nicodemo abate basiliano), nascono così i primi insediamenti monastici ed eremitici quali "la grotta di sant'antonio del castello", il monastero basiliano di mammola di cui "santu nicodemu, sant'antoniu e san dijiuni " (SAN JEIUNIO); erano i fondatori, il monastero di bivongi, il PATIRJUM di rossano, le grotte di stilo e della piana e molti altri.La vita basiliana era basata sulla meditazione e la solitudine, ma non mancavano i centri vicini a codesti insediamenti, che veneravano le virtù eroiche dei martiri di CRISTO quindi iniziano le prime solennità e riti che si facevano in onore dei santi ai quali (come avvenne nell'antica magna grecia) venivano affidati le protezioni dei centri e delle attività lavorative( si dice che il culto di San Sebastiano iniziò già 10anni dopo il suo martirio), per non parlare delle feste che i cavalieri facevano ai loro protettoti"SAN TRIFONE, SAN GIORGIO, SANT'ACACIO, SAN VITTORE e altri ancora".Tuttavia ancora il culto mariano si limitava solo ad alcune giaculatorie che si intonavano nelle chiese che sorgevano via via con la costruzione di castelli, e borghi cinti da mura poichè la minaccia araba/saracena era vicina.Le immagini della madonna si ritrovavano sopratutto negli affreschi, o in delle tavole dipinte con tempera, ma di certo si sa che già dalla chiesa degli ottimati di reggio, nell'altomedioevo partiva un corteo che accompagnava un quadro raffigurante la Vergine col bambino che doveva benedire le strade cittadine e scacciare così i continui terremoti che devastavano periodicamente la città dello stretto.Intanto nelle zone aspromontane specie nella zone di pietra cappa, gruppi di pastori avrebbero avuto continue visioni di una certa "sibilla" che consigliava loro quale zona della montagna avrebbe giovato ai loro pascoli e ai loro raccolti.La sibilla divenne così "MARIA SS DELLA MONTAGNA" ai piedi della quale numerossimi e nutriti pellegrinaggi avanzavano(e avanzano ancora) con canti e melodie che echeggiavano nelle vallate dell'aspromonte regalando all"ASPRI MUNTAGNI ARTURI" un certo mistero e misticismo.Non mancavano inoltre centri abitati che portarono i quadri della Vergine alle porte d'entrata e voltandoli verso il mare intonavano canti e preghiere per allontanare le navi saracene.Le zone costiere, sia per malattie(che non raggiungevano le zone alte), e sia perchè erano posti pericolosi, non erano urbanizzati, ma tuttavia sorgevano villaggi di pescatori, nei quali non mancava mai almeno una nicchia con raffigurante la Madonna col bambino a protezione.(continua)
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