"salve del ciel Regina,
sul capo una corona,
Monasterace Marina,
fidente in te ti dona
Mentre a te sale un palpito
di mille e mille cuori
O Madre di Portosalvo
prega per noi Gesù.
Speranza tu dei miseri
rifugio ai peccatori
a te sono rivolti i gemiti
di tutti i nostri cuori
Sempre a te sale il cantico
dei monasteracesi in coro
O madre di Portosalvo
prege per noi Gesù."



sabato 16 agosto 2008

SAN ROCCO DI MONTPELLIER "L'EROE DELLA CARITà"


Vita di San Rocco

Fino a qualche tempo fa le fonti che parlavano di San Rocco sono state poche e molte volte arricchite da molte leggende popolari. Ma grazie a molti studiosi ed agiografi che caparbiamente e devotamente hanno voluto portare alla luce molti punti oscuri del nostro santo patrono, tra cui il luogo della sua morte ormai certo e documentato, dunque che non morì a Montpellier, ma fu arrestato ad Angera e poi condotto nelle prigioni a Voghera dove dopo cinque anni di dura prigione vi morì alle prime ore del 16 agosto nell'anno 1327. Da questa data il culto si diffuse con molta immedia- tezza irradiando la sua luce di santità in Italia,nell'Europa ed in tutto il mondo cristiano. San Rocco nasce nel sec. XIII (1295) unico figlio del governatore Giovanni Rog, Marchese di Montpellier e da Libera, che tanto pregarono



Dio e la Vergine Maria per avere questo figlio, e dunque già dalla nascita vi è un segno indelebile, il piccolo Rocco nasce con una croce sul petto di colore vermiglio, un sigillo che il buon Dio aveva dato a San Rocco, ed un inizio alla sua purezza e santità. Rocco rimane orfano a 20 anni, Giovanni e Libera muoiono prematuramente, e San Rocco sul letto di morte promette ai suoi genitori ferventi cristiani e grandi benefattori, di continuare ad aiutare i poveri ed i più bisognosi ed essere caritatevole. Rocco vivendo nella nobiltà, nell'agiatezza e nel lusso capisce il vuoto della sua ricchezza e comprende il grande dono della carità, e con un gesto puro ed incoraggiato dal vangelo, vende tutti suoi averi e li dona ai poveri, agli ospedali e inizia il suo pellegrinare in cerca di Cristo che trova nei derelitti, nei malati e nei disperati. La sua prima meta è Roma, il centro della cristianità per rendere il suo omaggio alla tomba di Pietro e Paolo. Prima di partire per l'Italia si consacra alla Vergine Maria delle tavole, ricevendo poi la benedizione del vescovo di Montpellier. Bastone, Mantello, Cappello, Borraccia e Conchiglia sono i suoi ornamenti, la preghiera e la carità la sua forza, Gesù Cristo il suo Gaudio e la sua santità. Percorre la Francia, varca le Alpi, arriva in Italia, tra le città spopolate e piene di terrore, fetore di cadaveri contagiati dal morbo crudele della peste bubbonica, tra scene di strazio e di dolore il santo pellegrino non passa indifferente, ma con il cuore ed implorando Dio si porta a compitare e a curare chi è malato, nell'indigenza e nel bisogno. Il primo luogo certo dove Rocco ha sostato e curato i malati e Aquapendente (VT), per poi giungere a Roma e restarci ben tre anni, nella preghiera, nella meditazione, la tradizione vuole che il suo primo miracolo Rocco lo compì guarendo un cardinale. Anche Roma è invasa dal morbo della peste e il Santo si da con fervore all'assistenza agli ammalati, senza temere il terribile e pericoloso contagio non abbandonando, per amore un popolo a lui straniero. San Rocco il viandante



Anche Roma è invasa dal morbo della peste e il Santo si da con fervore all'assistenza agli ammalati, senza temere il terribile e pericoloso contagio non abbandonando, per amore un popolo a lui straniero. San Rocco il viandante seppe che anche a Rimini e Cesena infuriava la peste, dunque lasciò Roma e si diresse in queste città a testimonianza della sua carità senza limiti. Il morbo si diffondeva spaventosamente da Cesena, la peste passò a Novara e Piacenza. A piedi San Rocco si prodigava instancabilmente a trasportare gli ammalati sulle spalle nei lazzaretti.
Digiuni prolungati, fatiche continue, notti insonni passati in preghiera e a vegliare i malati, indebolirono il suo corpo finché sulle rive del Pò, San Rocco scoprì che sulla sua gamba la peste non lo aveva risparmiato, il famoso "bubbone" gli aprì una piaga provocandogli delle emorragie e fitte di dolori atroci. Il giovane pellegrino si ritirò in solitudine nei pressi
di Sarmato per morire in pace, trovando riparo in una povera e piccola grotta e lì come un povero eremita prega e soffre. Su questa scelta oblativa della vita del santo che offre al Signore, oltre alla preghiera, il suo dolore per allontanare la peste dalle popolazioni italiane che ormai lui ha nel suo cuore. In quel luogo solitario il Signore non abbandona
il suo servo fedele e manda un angelo a sanargli la ferita e un cane pietoso a ristorare la sua fame, che ogni giorno gli porta un pezzo di pane che sottrae dal castello del suo padrone il nobile Gottardo Pallestrelli. Il Dio potente e misericordioso non permise che il giovane pellegrino morisse del morbo della peste perché doveva curare e lenire le tribolazioni del suo popolo. Intanto in tutti i posti dove Rocco era passato e aveva lenito i tormenti di tanti malati il suo nome diventa famoso. Tutti raccontano del valoroso giovane pellegrino che porta la carità di Cristo e la potenza miracolosa di Dio. Rocco dopo 8 lunghi anni riprende la via del ritorno in patria, ma arrivato ad Angera sul lago maggiore, le guardie del visconte del posto, vedendolo malconcio, con barba lunga, capelli incolti, faccia scarna e segnata dalle fatiche, nessuno più lo riconosce e viene arrestato e accusato di spionaggio. Il santo della carità, che aveva portato il suo soccorso agli altri, resta da solo in un'oscura prigione senza l'aiuto di nessuno. Passano cinque lunghi anni, così San Rocco consuma i suoi giorni in preghiera, rifiutato da tutti, la notte dell'Assunta rende la sua anima a Dio, ma prima si confessa con un sacerdote il quale resta stupito di ciò che ascolta dal giovane prigioniero e corre al palazzo del governatore dicendogli che nelle carceri della città non vi è rinchiuso un brigante, ma un uomo di Dio. Subito dopo la sua morte dopo la rivelazione fatta dal sacerdote si fanno accurate ricerche sulle origini del pellegrino e si seppe che era il figlio del defunto governatore di Montpellier e si scoprì la croce indelebile sul suo petto che fu la prova che i suoi familiari riconobbero. Sulla sua tomba a Voghera (PV) cominciò subito a fiorire il culto al giovane Rocco pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri, stimato come perfetto discepolo del Cristo vivente. Il Concilio di Costanza (1414) portò alla prima elevazione del Beato Rocco, perché scoppio una grande epidemia di peste, e un cardinale di Piacenza suggerì di far portare a Costanza una immagine di San Rocco con le sue reliquie e che si invocasse l'intercessione del Santo, dal Signore la liberazione dalla peste. E per miracolo fatta la processione con l'immagine e le reliquie del Santo, la peste cessò. Ogni prelato ritornato nelle proprie diocesi testimoniò il miracolo di San Rocco, e ne diffusero il culto. Nel secolo XV si diffonde in tutta Italia il culto a San Rocco, testimoniato da una ricerca iconografica, da chiese, cappelle e confraternite. Infatti, nel 1420 il nome di San Rocco appare tra i 14 ausiliatori come intercessione speciale di guarigione contro questa malattia. In Francia la devozione per San Rocco si sviluppò nel secolo XVII. Il re Luigi XIV posò la prima pietra della basilica il 25 luglio 1653 che gli è dedicata a Parigi.
La chiesa sostenne la diffusione del culto a San Rocco confessore accordandogli onori liturgici. Alla fine del secolo XV una messa propria a San Rocco appariva nel Messale Romano, alla data del 16 agosto. Nel 1547 Paolo IV fece menzionare nella bolla "cum a nobis" l'appartenenza di San Rocco al terzo ordine francescano. E per questo l'ordine dei francescani minori, conventuali e cappuccini diffuse ardentemente il culto al santo nei luoghi della loro presenza elevando altari e celebrando feste in suo onore.
Il Papa Gregorio XIII introdusse il nome di San Rocco nel Martirologico Romano al
16 agosto, mentre Urbano VIII accordò, tramite la congregazione dei riti un ufficio e una messa propria, anche il Papa Innocenzo XII prescrisse all'ordine dei francescani di celebrare la festa con il rito doppio maggiore. La devozione a San Rocco con il tempo è andata crescendo anche se sono passati 700 anni dalla sua morte, e nonostante oggi viviamo in un'era in cui il morbo della peste è stato sconfitto, purtroppo nuove pesti ci affliggono, la cattiveria, l'invidia, la corruzione e nuove malattie attanagliano il popolo di Dio portandolo alla morte. San Rocco si mostra sempre come protettore, l'amico che accoglie le fervorose e sincere preghiere dei suoi devoti per concedere grazie e guarigioni in nome e per volontà di Gesù Cristo. San Rocco in Italia e patrono o protettore di 389 paesi, vi sono 280 parrocchie, 147 confraternite, il suo corpo oggi e custodito nella bellissima chiesa a lui dedicata a Venezia, è protettore dei chirurghi, farmacisti, becchini, servitori, pellegrini e viandanti, e invocato contro le malattie epidemiche e quelle mortali. Negli ultimi anni è nata l'associazione Europea degli "amici di San Rocco"con la sede canonica e legale nella bellissima e barocca chiesa a lui dedicata a Roma in Piazza A. Imperatore. E' scopo dell'associazione l'attuazione di iniziative del più alto interesse sociale, culturale e di ispirazione cristiana nel nome di San Rocco, a fine di promuovere e tutelare la devozione, l'arte e la genuina religiosità popolare sviluppatasi attorno alla figura di San Rocco, ed incentivare lo studio di tutti questi aspetti e di svolgere attività di promozione e solidarietà sociale.




nella locride, molti paesi tra cui casignana,antonimina,pazzano, gioiosa ionica festeggiano questo grande santo, oggi per esempio a gioiosa ionica viene ricordato con una messa solenne poichè la sua festa in paese ricorre l'ultima domenica di agosto la cui processione è caratterizzata dal caratteristico BALLO VOTIVO che dura per un giorno intero, qui a monasterace fino a dieci anni fa si svolgeva la processione e la benedizione del pane, ora ahimè non solo non vi è la processione, ma la statua è completamente rovinata, ma fortunatamente la devozione è rimasta.In prossimità di reggio calabria, SCILLA oggi festeggia San Rocco quale suo patrono e colgo l'occasione di augare a tutti coloro che portano il nome ROCCO e allo staff del blog S.MARIA DI PORTOSALVO il cui link è www.scillachiese.blogspot.com UNA BUONA FESTA E CHE SULLE ORME DI SAN ROCCO SEGUINO SEMPRE LA STRADA DEL VANGELO E DELLA CARITà..BUONA FESTA

3 commenti:

Giovanni Panuccio ha detto...

Complimenti vivissimi, caro Artistalunatico, Artistaquasiarchitetto e - oggi - sembra solo Lunatico (è questo il tuo blog, vero?) per questo validissimo profilo biografico del nostro amatissimo San Rocco, Santo francese amato da milioni di italiani e punto di riferimento privilegiato per la fede cattolica degli Scillesi e per la loro stessa identità di città.
Grazie di vero cuore, soprattutto, per essere sempre così attento alle cose che accadono a Scilla e su scillachiese.blogspot.com.
Auguro a tutta la Locride di vivere con gioia, serenità e in amicizia i giorni di San Rocco. Informo, inoltre, che la venerata statua lignea di San Rocco di Scilla verrà portata in processione oggi - sabato 16 agosto - per i quartieri marittimi, commerciali e turistici di Chianalea e Marina Grande e - domani - per il grande quartiere collinare e centrale di San Giorgio. Al termine della processione di domani, inoltre, le venerata effige verrà condotta di corsa attorno a piazza San Rocco durante l'esplosione dei fuochi artificiali prevalentemente terrestri della tradizionale cerimonia di U Triunfinu. Sempre domani, attorno alla mezzanotte, sulla spiaggia di Marina Grande, avrà luogo l'esplosione dei tanto attesi fuochi d'artificio aerei ed acquatici.
Complimenti ancora per questo sito. Oggi non è facilissimo rendersene conto. Ma le tracce che state lasciando saranno fondamentali per mantenere viva la tradizione della vostra città, della nostra provincia e per contribuire a mantenere alti valori essenziali ma sempre in pericolo come la Fede, la Speranza e l'Amore-Carità. Valori che costituiscono il fondamento della nostra appartenenza al cristianesimo-cattolicesimo ma che non mancano d'influenzare la stessa identità della Nazione italiana, del popolo calabrese e delle piccole, medie e grandi comunità della Provincia reggina.
Viva San Rocco! Viva l'amicizia!

Giovanni Panuccio

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny